Viene qui di seguito riportato il testo integrale del Progetto Esecutivo del "Parco Volusia" del Municipio XX (oggi XV)
Progetto del Parco di Volusia - Relazione illustrativa
Quadro di riferimento territoriale e programmatico
L’ambito interessato dall’intervento si sviluppa su una superficie pari a circa 43 ettari ed è situato tra il Raccordo anulare, la Via Cassia e l’edificato a ridosso di Via Grottarossa. Costituisce uno dei margini estremi del Parco di Veio verso Roma nord e rappresenta un ambito di pregio sotto il profilo naturalistico per la sua caratterizzazione morfologica e vegetazionale che ne determina un condizione di qualità ambientale di indubbia rilevanza tale da determinarne indirizzi di conservazione e tutela dello stato dei luoghi nelle aree di maggiore sensibilità, di recupero ambientale e di attrezzamento ai fini fruitivi nelle aree di prateria di più facile accessibilità.
L’area è ricompresa nel Piano Territoriale Paesistico n. 15/7 (“Veio - Cesano”) che ne classifica le aree, ai fini della tutela, in diversi ambiti:
• le zone corrispondenti all’estensione boscata della pendice destra del Fosso Fontaniletto e delle pendici dei suoi influenti Fossi Volusia, dell’Impiccato e dell’lnviolatella, sono sottoposte a Tutela integrale (TI/48).
• le due porzioni di territorio comprendenti tratti di margine tra il GRA e i due rami della Valle dell’Impiccato sono sottoposte a Tutela Paesaggistica (TP a/17);
• l’ambito in prossimità della fascia fiancheggiante l’aggregato edilizio corrispondente alla pendice destra del fosso dell’Impiccato è prevista una Tutela Orientata (TOb/17).
• l’ambito, attualmente esterno alla delimitazione di Piano destinata al Parco, è sottoposto a Tutela Limitata (TL b/8). Qui il Piano prevedeva una sua trasformazione con contenimento dell’edificazione e, al momento rappresenta la zona più idonea ai fini dell’allocazione di attrezzature e servizi per la gestione e fruizione del Parco.
• Il nuovo PTPR, nella tavola “A”, classifica l’intero territorio come “Paesaggio Naturale” (le zone acclivi e l’ambito dei fossi) e “Paesaggio Naturale di Continuità” (il pianoro superiore e gli ambiti subpianeggianti di fondovalle), individuando “Ambiti di Recupero e Valorizzazione Paesistica” e “Aree o Punti di Visuali”; nelle Tavole “B” e “C” il Piano Paesistico riporta l’insieme dei vincoli relativi sia al Patrimonio Naturale, trattandosi di “Parco e Riserva Naturale”, sia al Patrimonio Culturale, essendo zona di interesse archeologico.
A livello di strumenti urbanistici, il PRG sancisce la destinazione a Parco (“Parchi istituiti e tenuta di Castel Porziano”) per la gran parte dell’ambito in esame e a “Verde pubblico e Servizi pubblici di livello locale” per la parte più prossima all’ambito edificato ricadente nella parte alta del “pianoro”.
Il Piano d’Assetto del “Parco di Veio, da poco adottato, definisce un’ipotesi di perimetrazione e di assetto dell’area vasta seconda una ripartizione nelle quattro zone corrispondenti ai diversi regimi di tutela:
Regime di riserva integrale, per porzioni limitate del sistema delle forre e delle incisioni e dei rilievi collinari a prevalente indirizzo forestale;
Regime di riserva generale, sempre per il sistema delle forre e delle incisioni comprendenti in prevalenza aree forestali caratterizzate da un più elevato rischio di erosione e degradazione dei suoli;
Regime di protezione per le emergenze morfologico-paesaggistica percepibili da ampie porzioni del Parco;
Regime di promozione economica e sociale per il sistema dei pianori, per il paesaggio agrario entro cui si collocano secondo criteri e schemi precisi le emergenze storico-archeologiche, la viabilità storica e la previsione di tre parchi territoriali.
Il Piano d’Assetto individua tre differenti parchi territoriali in aree che corrispondono alle previsioni dei Prg comunali e altri due potenziali parchi in aree di particolare pregio paesistico. Il primo di questi si colloca, per l’appunto, nella parte più meridionale del Parco a contatto con l’abitato lungo la via Cassia nel XX Municipio del Comune di Roma.
Il ruolo, quindi, che l’area di Volusia può svolgere nella più ampia strategia di fruizione del sistema dei parchi urbani e territoriali risulta la chiave di lettura per comprendere le possibilità di valorizzazione, tutela e trasformazione di questo ambito che può essere indicato come una potenziale " Porta del Parco ", grazie anche alla disposizione dell’accessibilità metropolitana: garantita a Nord dalla stazione di La Storta, a Sud dalla stazione di Vigna Clara, futura testa a Nord della linea C della metropolitana e snodo con l’anello ferroviario, e dalla via Cassia e sue diramazioni per quanto concerne l’accessibilità carrabile. L’ambito in esame è direttamente interessato dalla tratta metropolitana C2, che da Farnesina arriverà a Grottarossa, con la stazione denominata “Parco di Veio”, dove dovrebbe essere costruito un parcheggio di scambio.
Al momento il XX Municipio si è impegnato a realizzare con propri fondi un parcheggio a raso di più modeste dimensioni ubicato tra la scuola “Parco di Veio” e via Casalattico, già inserito nella rappresentazione progettuale in quanto integrante della sistemazione generale ai fini dell’accessibilità e della fruizione del Parco Volusia.
Vanno, infine, segnalati due elementi di interesse presenti nell’area e caratterizzanti l’intero ambito di intervento: Il complesso archeologico vincolato di Casale Ghella (con il basolato dell’antica strada romana di accesso dalla Via Cassia alla Villa, il mausoleo e la cisterna) e i Casali (il casale Ghella e i suoi annessi), entrambi ubicati nella parte alta del Parco in prossimità di uno degli ingressi al Parco posizionato sull’omonima via di Casale Ghella.
Per i casali, si segnala l’iniziativa del XVI Dipartimento del Comune di Roma che sta predisponendo un progetto di recupero edilizio finalizzato alla realizzazione di servizi socio- culturali e attrezzature di interesse collettivo con utilizzo di fondi regionali.
Criteri generali di impostazione del progetto
Il progetto esecutivo conferma in linea generale i contenuti del progetto definitivo a suo tempo approvato dal X Dipartimento del Comune di Roma e dall’Ente Parco di Veio (2005) prevedendone, però, un sostanziale ridimensionamento del livello di attrezzaggio. Ciò al fine di salvaguardare ancor di più le sensibilità ambientali delle singole aree e, al contempo, ridurre i costi di realizzazione per poterli ricondurre alla quota oggi disponibile. Va, infatti, ricordato che il progetto originario allegato alla Convenzione urbanistica (risalente ormai al dicembre 2003) prevedeva una serie di attrezzature (per lo più sportive) attualmente annullate su indicazione delle Amministrazioni ed una cifra a disposizione di circa 1.850.000 euro oggi ridotta a circa 1.059.000.
Questa riduzione è dovuta, innanzitutto, all’integrazione di opere richieste dall’Amministrazione nel Parco “Pratone delle Valli”, ambito congiunto a questo di Volusia ai fini degli impegni a carico del titolare dell'Accordo di Programma, cifra che si è ulteriormente ridotta per la necessità di avviare una serie di interventi urgenti di messa in sicurezza all’interno e ai margini del parco di Volusia, in particolare per le alberate di Pini pericolanti lungo la via Veientana e, a seguire, per l’esigenza espressa da parte della Soprintendenza di prevedere nel programma anche interventi sul sistema dei beni archeologici. Tutto questo ha portato alla rivisitazione del quadro economico ed anche dell’assetto organizzativo e funzionale originariamente proposto.
Di contro, l’opportunità di escludere dagli impegni economici gli interventi riguardanti i Casali, come già detto presi in carico direttamente dal XVI Dipartimento grazie al finanziamento della Regione, nonché le sistemazioni ambientali riguardanti due aree, a vario titolo già cedute o in via di cessione all’Amministrazione pubblica (l’area su Via Bracciano presa in carico dal X Dipartimento per opere di forestazione e l’area di margine urbano interessata dalle opere dell’Acea sulla rete fognaria locale), consente di poter ricompensare le minori disponibilità finanziarie e prevedere, comunque, tutti gli interventi di carattere ambientale e di attrezzamento base originariamente ipotizzati (opere a verde, percorsi, aree sosta, elementi di arredo).
I criteri generali di riferimento nell’organizzazione complessiva del Parco sono, ancor più di prima, riconducibili alla conservazione integrale delle risorse ambientali e di valore storico archeologico. La concezione del progetto di “sistemazione” è basata sul criterio della massima adattività alle configurazioni morfologiche e paesaggistiche del sito, assunto come piano di supporto delle attività di fruizione del parco.
Questo intendimento, oltre a rispondere al requisito fondamentale della minima interferenza, enfatizza la dimensione paesaggistica, privilegiando l’interpretazione delle diverse qualità del sito ed esclude modelli formali precostituiti di “progettazione” del paesaggio.
Il programma di assetto generale è, quindi, concepito e strutturato seguendo le logiche costitutive del supporto geomorfologico, interpretando variazioni di acclività, pendenze e declivi, condizioni di esposizione, di deflusso delle acque superficiali, vocazioni e potenzialità allo sviluppo vegetazionale.
Le analisi sui caratteri ambientali a suo tempo effettuate al fine di comprendere le caratteristiche specifiche di valore, di vulnerabilità e di potenzialità, sono state anch’esse riviste, soprattutto per gli aspetti inerenti le caratteristiche vegetazionali, in modo da indirizzare al meglio le azioni progettuali che risultano essere di esclusivo complemento all’assetto naturale del sito.
Gli interventi sono prevalentemente ascrivibili alle tipologie tipiche del restauro ambientale e della rinaturazione e della valorizzazione ai fini della fruibilità con previsione di puntuali integrazioni dell’assetto vegetazionale e di infrastrutturazione leggera: azioni di pulizia della vegetazione infestante, inserimento di alcune nuove alberature, soprattutto in prossimità della rete dei nuovi percorsi, sistemazione di quest’ultimi come “sentieri natura” da inserire nel paesaggio in modo naturale senza alterarne l’attuale morfologia, da percorrere come passeggiate, panoramiche o didattiche, connesse alle piccole aree sosta inserite lungo il tracciato e ai punti di accesso per lo più esistenti. Tutto ciò, in modo da garantire la fruibilità interna, la continuità funzionale con il contiguo Parco Papacci ed anche la possibile loro “messa a rete" con i percorsi di visita di settori più vasti del Parco di Veio.
Il sistema morfologico - organizzativo del parco
In termini organizzativi, l'assetto del Parco prevede tre aree di accesso: una a monte, già esistente in prossimità del Casale Ghella, un’altra a valle, di snodo con il Parco Papacci comprensiva di un piccolo parcheggio di servizio, e la terza, in posizione intermedia, in prossimità della scuola “Parco di Veio” e di via Casalattico dove è previsto anche un nuovo parcheggio di medie dimensioni realizzato a carico del Municipio XX. Questi tre accessi sono connessi tra di loro da un percorso di circa 2300 mt. che si sviluppa per tutta l’estensione del parco e lungo il quale trovano spazio nuclei sosta e piccole attrezzature di arredo. Questo percorso attraversa i due ambiti costitutivi il Parco, distinti per caratteristiche ambientali, modalità fruitive e potenzialità d’uso: l’ambito di “pianoro” superiore e l’ambito di “fondovalle”, divisi tra loro dalle pendici boscate che caratterizzano fortemente questo il sito.
• Il primo ambito è costituito dall’ampio pianoro prevalentemente libero, degradante in modo lieve e regolare in direzione delle forre, situato alla quota più elevata nel settore Sud-Ovest. Come accennato, su di esso si apre uno degli accessi al Parco in diretta connessione con il Casale Ghella e i suoi annessi. In corrispondenza dell’omonimo viale di accesso (Via di Casale Ghella), nonché ai margini dell'edificato urbano, sono presenti zone arborate a pineta; mentre gruppi arborei da frutto e arbustivi sono diffusamente presenti all’intorno dei casali. La gran parte del pianoro è costituita da superfici pratensi libere già utilizzate per l’uso pascolativo.
Tale ambito, per condizioni ambientali e assenza di condizioni particolarmente vincolanti sotto il profilo vegetazionale e morfologico, rappresenta la zona più idonea alla fruizione libera e all’eventuale ubicazione di attrezzature e servizi di supporto al Parco allocabili nei "Casali". L’area, inoltre, è ulteriormente valorizzata per la presenza dell'importante Complesso archeologico per il quale il progetto, in accordo con la Soprintendenza, prevede azioni di intervento mirate al completamento delle indagini conoscitive e alla sistemazione ambientale delle aree contigue.
Più in particolare, l’articolazione di questo primo ambito prevede:
- la zona dei Casali: qui, come già accennato, è in corso di definizione un progetto di recupero e riassetto edilizio da parte del XVI Municipio. A tale scopo, il progetto prevede esclusivamente una delimitazione dell’ambito di pertinenza da realizzare con una semplice recinzione rustica in paletti e rete.
- la zona archeologica: in quest’area sono previsti nuovi scavi lungo la Strada romana di accesso all’antica Villa, scavi finalizzati a completarne il tracciato ipotizzato all’interno del Parco; partendo dal confine con l’abitato fino all’interno dell’area dei casali, in prossimità del vincolo diretto apposto sul sedime dell’antica Villa romana, sono previsti due aree di scavo di larghezza variabile (tra i 20 e i 40 mt) e di circa 100 mt di sviluppo. Tra queste due aree, com’è noto, è presente l’area archeologica già indagata, nella quale sono previsti interventi di pulizia e di sistemazione all’intorno con piccole zone di avvicinamento finalizzate ad una migliore fruizione dei reperti attualmente visitabili. Ovviamente si tratta di azioni da definire nel dettaglio e sul posto con la Soprintendenza, come saranno sempre da definire con la Soprintendenza, in base all’evidenza delle indagini da attuare, gli interventi necessari per consentire l’accesso al lotto edificabile localizzato a margine del Parco e con questo interdipendente per la sola accessibilità all’area; tale accesso è al momento identificato solo simbolicamente negli elaborati pianimetrici.
Le zone di accesso da via Casale Ghella e via Casalattico: a partire dal cancello di ingresso al Parco esistente su Via di Casale Ghella, è previsto il riassetto del viale di arrivo all’area dei Casali mediante la risagomatura dell’attuale stradello, ormai ridotto a un tracciato spontaneo invaso da infestanti, la sua pavimentazione, con l’uso di terre stabilizzate rigorosamente naturalistiche, e l’integrazione ai bordi di un margine arbustivo di lecci a completamento dell’alberata già esistente di Pini. Lungo questo viale, sul lato sinistro in direzione dei casali, si incontra l’area archeologica di cui sopra descritto; mentre, sul lato destro si innesta il percorso pedonale che serve l’intero parco e che qui, dopo circa 250 metri, raggiunge l’altro accesso, quello intermedio, in prossimità del parcheggio su via Casalattico. Come già accennato, gli elaborati grafici introducono questo parcheggio, ancorché a carico del XX Municipio, come elemento ormai integrante dell’intervento al fine di inserirlo nelle sistemazioni ambientali.
L’accesso è caratterizzato molto semplicemente dalla presenza di un piccolo spazio pavimentato, delimitato da un muretto in tufo di 50 cm. di altezza e da una recinzione metallica con cancello da cui parte il nuovo camminamento di visita al Parco in prossimità del quale sono collocate due piccole aree sosta.
Nelle zone leggermente acclivi interposte tra questi due accessi sono previsti interventi di decespugliamento dai rovi, qui presenti in modo diffuso, e di pulizia delle superfici per lo più a prateria.
Infine, l'ambito di pianoro, caratterizzato dalle ampie zone a prato rustico. Il progetto intende valorizzare questo “pratone” lasciandolo assolutamente libero alla fruizione, prevedendo solo azioni di recupero naturale, con interventi di pulizia e rinforzo delle superfici pratensi e di integrazione puntuale e discreta di impianti arborei e arbustivi. Solo a margine dell’area si introduce il percorso pedonale ad assetto naturalistico e una serie di piccole aree sosta, pavimentate con tufi “posati” sul prato e contornate da arbustive e alberi di nuovo impianto. Questa organizzazione consente una fruizione “controllata” dell’intero ambito ma con un impatto pressoché nullo e permette la connessione con gli accessi sopra descritti ed anche con le zone di fondovalle utilizzando il sentiero già esistente all’interno della sughereta, di cui si prevede la sua messa in sicurezza con l’inserimento di staccionate laterali e con piccoli interventi puntuali di manutenzione delle superfici più impervie.
• Il secondo ambito è quello di “fondovalle”, costituito dalla direttrice del fosso e dalle aree libere ad esso connesse; queste ultime, per condizioni di stato (prato pascolo) e potenzialità di fruizione (zone a pendenza limitata e sostanzialmente libere), sono in parte assimilabili a quelle del pianoro superiore, ma la presenza del fosso e la vicinanza con le zone acclivi le rende maggiormente sensibili sotto il profilo ecologico e con una minore "capacità" d'uso. Anche qui si prevede la realizzazione del percorso pedonale e di servizio interno che, dall’accesso sulla Veientana, corre lungo il fondovalle per poi raggiungere, dopo aver attraversato il canale mediante un ponticello in legno, le pendici boscate e, quindi, il sentiero naturale esistente che connette il fondovalle con il pianoro superiore: percorso, questo, di straordinaria bellezza e valore ambientale anche se non di facilissima praticabilità. Anche qui la sistemazione prevede il recupero delle aree a prato calpestabile, l’integrazione di spazi di sosta a margine del percorso naturalistico attrezzati con sedute e ombracoli e l'inserimento di essenze arboree ed arbustive in prossimità di questi nuclei introdotte sia per “segnalarne” la posizione e sia per consentirne l’ombreggiatura nei mesi caldi. In prossimità dell’accesso da via Veientana il progetto prevede anche la realizzazione di un piccolo parcheggio di servizio al Parco di circa 400 mq. Questo è collocato in un’area residuale e di margine posta sul lato esterno della Veientana interclusa tra il fosso e alcuni fabbricati rurali esistenti.
Questi due ambiti sono divisi dalle pendici rocciose più direttamente connesse con il sistema dei fossi (Fosso dell’Erba Puzza e Fosso dell’Impiccato) e comprendono ambiti di grande interesse ecologico-ambientale: la parete rocciosa a nord presenta interessanti aspetti geologici, specie per le diverse cavità esistenti (forse abitate in epoca preistorica ed etrusca), le pendici di questa parete e il boschetto a monte dei due corsi d’acqua vedono la presenza di un imponente Sughereta che come “habitat” costituisce l’estrema propaggine entroterra della vicina zona dell’lnsugherata. Per questi ambiti, ad esclusione della messa in sicurezza del sentiero esistente di cui già scritto, e di eventuali interventi localizzati di pulizia, è ovviamente previsto il mantenimento integrale dell’esistente. La realizzazione di opere localizzate di ingegneria naturalistica o di altra natura, come concordato fin dall’inizio con l’Amministrazione comunale, saranno materia di eventuali attività successive escluse, quindi, dalla presente attività progettuale, vista la necessità di effettuare indagini specifiche di natura interdisciplinare mirate alla conoscenza del sito, delle condizioni di stabilità dei versanti, delle rilevanze storico-archeologiche.
Le pendici di margine dell’abitato poste sul versante sud sono invece di scarso valore sia ambientale che paesaggistico. Sono qui presenti, inoltre, zone fortemente degradate per la presenza di microdiscariche di materiali vari che necessitano di azioni di bonifica e di integrazione vegetazionale. Il progetto prevede interventi di pulizia più radicali, di ricopertura di terreno vegetale e di semina, nonché alcune “ricuciture’' della macchia arborea e arbustiva con l'impianto di specie in grado di favorire il processo di ricolonizzazione spontanea.
Va segnalato che questi interventi ricadono su un settore parziale del versante, in quanto una parte dello stesso, come già accennato in premessa, sarà oggetto di intervento da parte dell’ACEA per la realizzazione della rete fognaria. A tal fine, l’Acea ha acquisito l’area in cessione temporanea ad uso cantiere e si è impegnata ad includere nelle opere programmate anche il ripristino ambientale post operam della zona; ripristino che verrà effettuato in piena coerenza con quanto previsto nelle zone limitrofe oggetto del presente intervento.
Principali caratteristiche dei sistemi costitutivi l'assetto del Parco.
Il sistema vegetazionale
Il comprensorio Volusia si estende tra due aree di grande interesse naturalistico e archeologico, la Valle dell’lnsugherata e il Parco di Veio.
La Valle dell’lnsugherata rappresenta un lembo residuo della vegetazione autoctona della zona, una delle aree di maggiore valore ambientale all'Interno del GRA, e il parco di Veio costituisce uno dei “corridoi biologici” che permettono una continuità ecologica tra i popolamenti vegetali ed animali della città con quelli della Campagna Romana.
Oltre all’interesse legato all’ubicazione, il territorio di questo comprensorio presenta alcune caratteristiche vegetazionali importanti: si tratta di piccole aree residuali di più estese cenosi che rivestono una discreta importanza data la rarità dei popolamenti stessi in ambito cittadino. Tutta l’area è altamente antropizzata, ma è possibile individuare una morfologia alquanto varia che caratterizza il paesaggio e quindi la vegetazione.
Sulle aree più acclivi, risparmiate per motivi morfologici dall’urbanizzazione, si rinvengono lembi di vegetazione che permettono di risalire, unitamente al confronto con aree naturali limitrofe, alla vegetazione potenziale dell’area.
Dal punto di vista morfologico si tratta di un pianoro solcato da due fossi che confluiscono nei pressi del parco Papacci, sviluppandosi uno con andamento rettilineo e orientamento SW-NE,
l’altro con un percorso curvilineo da Sud a Nord quindi verso Est. Dal punto di vista vegetazionale si evidenziano alcune situazioni caratterizzanti: il prato-pascolo, la vegetazione ruderale, il bosco di Sughera e il bosco di Leccio, la vegetazione ripariale. Sono inoltre presenti filari ed individui arborei di alberi da frutto, a testimonianza dell’uso agricolo di parte dell’area.
I rilievi effettuati nell’area permettono di identificare le seguenti tipologie:
• vegetazione arborea a Quercus ilex (leccio)
• vegetazione arborea a Quercus suber (sughera)
• vegetazione arborea mista a Quercus ilex, Fraxinus omus, Ulmus minor etc.
• vegetazione arbustiva a Spartium junceum (ginestra)
• vegetazione arbustiva a Rubus ulmifolius (rovo) con individui arborei di Robinia pseudoacacia (robinia)
• piccoli nuclei di Robinia pseudoacacia
• filari di Pinus pinea (pino domestico)
• individui di Salix alba (salice)
• piccoli nuclei e filari di Pinus pinea e Cedrus atlantica (cedro dell’Atlante)
• prati-pascoli
• filari di alberi da frutto: Ficus carica (fico) e Dyospiros kaki (caki)
Gli interventi di riqualificazione proposti sono indirizzati esclusivamente a favorire il processo di ricolonizzazione spontanea con interventi di pulizia e rinforzo e l’utilizzo puntuale di specie degli stadi successionali pionieri che avviano il dinamismo verso gli stadi più evoluti della vegetazione che si vuole ripristinare.
Le cenosi erbacee saranno ripristinate con interventi che favoriranno la ricolonizzazione spontanea; per la vegetazione arbustiva è previsto un miglioramento con l’introduzione di alcune specie tipiche della macchia; la vegetazione arborea (sughereta), deve essere assolutamente tutelata da qualsiasi tipo di intervento distruttivo; i filari e gli impianti areali di alberi da frutto vengono recuperati per l’interesse paesaggistico e storico che rivestono.
Sotto il profilo dell’assetto vegetazionale, è contemplata un’articolazione del Parco secondo le seguenti categorie di intervento:
• Superfici a prateria con mantenimento dell’assetto naturalistico, consistente nel mantenimento dell'impianto prativo spontaneo esistente dove prevedere, al massimo, un arricchimento della composizione di base della prateria.
• Gruppi e/o individui arborei a medio/basso fusto negli ambiti diretti alla fruizione (sul pianoro e lungo il fondovalle) privilegiando la dimensione ornamentale di essenze di origine autoctona e di uso storico dell’areale romano.
• Superfici “a macchia” arborea/arbustiva di tipo boschivo caratterizzate dall’utilizzo di alberature di alto e medio fusto di origine autoctona riferite alle serie di vegetazione locali con dimensione spontanea degli assetti.
Il sistema dei percorsi e delle aree pavimentate
Questo sistema, semplice e a basso impatto, è stato articolato in due categorie: il percorso di connessione interna e le aree pavimentate di accesso o destinate a nuclei sosta.
Il primo rappresenta la totalità del tessuto connettivo all’interno del parco e consente la riconnessione tra i due accessi principali: quello “a monte", in prossimità dei casali (quota +110), e quello “a valle” (quota +45) sulla via Veientana, in prossimità dello snodo con l’accesso a Parco Papacci. L’andamento è ad assetto naturalistico ed è realizzato in pietrisco stabilizzato con legante ecologico (tipo ecovai), possibilmente con inerte di colore tufaceo al fine di renderlo cromaticamente omogeneo alle superfici naturali in terra; non sono previste cigliature in modo da favorirne al massimo l’inserimento nel paesaggio naturale.
Le aree pavimentate dei nuclei sosta sono di estensione minima (quadrati di m. 8,00 x 8,00) e sono realizzate in blocchetti di tufo a giunti inerbiti. Le piazzole sono inoltre parzialmente delimitate con muretti di altezza 50 cm. realizzati in tufo sbozzato.
Infine, vi sono le aree di accesso, anch’esse delimitate con muretti in tufo sbozzato, e pavimentate in continuità con i percorsi naturali. A differenza di questi ultimi è qui previsto l’uso di cigliature in blocchetti di tufo. I materiali prescelti e le tecniche costruttive adottate garantiscono una buona permeabilità del supporto, evitando, quanto possibile, interazioni con le acque superficiali senza necessità di dover ricorrere a sistemi di drenaggio impattanti e spesso problematici ai fini manutentivi. Il percorso pedonale ha una sezione di 2,50 ml e consente anche la percorrenza di emergenza o servizio per i mezzi preposti alla manutenzione.
Il sistema delle attrezzature
Il sistema delle attrezzature da realizzare all’intemo del Parco sono limitate al sistema delle piccole aree diffuse all’interno del parco destinate alla sosta, dove sono allocati panchine e spazi pergolati con sottostanti tavoli tipo pic-nic, e a 2 percorsi vita posizionati lungo il
percorso per l’attività fisica all’aperto. Stante la caratterizzazione prettamente naturalistica del sito non sono stati inseriti spazi attrezzati per il gioco bambini, considerando che questi sono già presenti nel vicino Parco Papacci che presenta caratteri di maggiore strutturazione.
Il sistema delle attrezzature è completato dagli elementi dell’arredo diffusi consistenti in: cestini, panchine e portabiciclette prevalentemente localizzati nei punti di accesso.